Public, Private o Hybrid Cloud – quale scegliere?

(Tempo di lettura 7 minuti)

Da qualche anno ormai il Cloud è sulla bocca di tutti, e possiamo scommettere sul fatto che ci resterà ancora molto a lungo. I vantaggi sugli utilizzi del Cloud sono innegabili e sicuramente indietro non si torna, anzi, è prevedibile che in futuro ci sia un’ulteriore accelerazione sull’utilizzo del Cloud da parte di aziende di tutte le dimensioni.

Le offerte nel settore ormai non mancano, dato che ci sono servizi praticamente per qualsiasi esigenza, dallo storage alla potenza di calcolo, dall’intelligenza artificiale al machine learning, senza contare ormai la diffusione delle piattaforme e soluzioni Saas (Software as a Service).

Districarsi tuttavia può non essere per niente facile, se state pensando a fare il grande salto verso il Cloud magari questo nostro articolo potrà contribuire a schiarirvi le idee e a farvi una panoramica che, seppur non dettagliata per ovvi motivi, probabilmente vi darà ottimi spunti di approfondimento.

Inoltre, se volete, potete sempre contare sulla nostra consulenza per scegliere la soluzione Cloud più adatta alle vostre esigenze.

In questo articolo faremo alcune considerazioni sul Cloud e sulle principali tipologie di servizio, in modo da offrirvi una base di partenza dalla quale orientarvi per le vostre scelte.

Ormai, considerata l’efficienza ma anche la complessità che i software e le infrastrutture IT hanno raggiunto, i team IT devono districarsi nella gestione di architetture sempre più complesse, per gestire applicazioni e servizi. È quindi necessario scegliere con attenzione il giusto mix tra servizi e infrastruttura IT on-premise e i servizi Cloud di tipo pubblico e privato, allo scopo di trovare la soluzione ottimale al proprio contesto operativo.

Ovviamente non si tratta per niente di una scelta facile: come dicevamo ci sono una quantità enorme di opzioni sul mercato, e nonostante i big player siamo in effetti abbastanza pochi, una valutazione accurata è pur sempre un compito delicato.

Vediamo quindi una breve panoramica su quelle che sono le caratteristiche fondamentali delle varie tipologie di cloud, con pregi e difetti.

Public Cloud

Ormai tutti conoscono i grandi vantaggi in termini di costi, e anche di efficienza, dell’appoggiarsi ad un provider in grado di fornire adeguati soluzioni Iaas (Infrastructure as a Service) o Saas (Software as a Service): tra i principali vantaggi abbiamo una riduzione notevole dei costi di gestione, dal momento che con un’infrastruttura IT di tipo IaaS si ha lo spostamento dei costi da spese in conto capitale (CapEx) a spese in conto operativo (OpEx), cosa decisamente non da poco. Un’adeguata infrastruttura IaaS consente quindi di ridurre in modo significativo i costi iniziali lato IT.

Oltre a quelli economici ci sono poi i vantaggi tecnici, che sono ancora superiori: scalabilità, affidabilità, automazione, aggiornamenti continui, obsolescenza inesistente, e tanto altro. Senza dover ospitare fisicamente un data center e le relative attrezzature hardware fisiche si abbattono i costi di mantenimento dell’hardware, della sua manutenzione, della corrente elettrica, e ci si mette al riparo anche da guasti e da relative e potenzialmente costose interruzioni operative (business continuity).

Ormai, dal punto di vista tecnico, sono davvero poche i servizi che non possono essere migrati verso il cloud…

Le modalità di erogazione e fruizioni dei servizi appartenenti alla categoria del public cloud sono essenzialmente tre:

I principali servizi che si prestano particolarmente ad un’implementazione di tipo public sono i seguenti:

Saas (Software as a Service): si tratta probabilmente della modalità di erogazione di servizi cloud più diffusa. Uno dei prodotti più noti di questo approccio è costituito dal Office 365, ma non mancano esempi importanti anche di altre tipologie di applicazione, come ad esempio i CRM (Customer Relationship Management, come ad esempio Salesforce o Hubspot, o gli ERP (Enterprise Resource Planning). I servizi SaaS sono quindi enormemente diffusi, e lo saranno sempre di più in futuro.

IaaS (Infrastracture as a Service): questa modalità di erogazione si basa sulla possibilità di ricreare in maniera virtuale l’intera struttura di un datacenter fisico ma col vantaggio, come detto sopra, di non dover affrontare i pesanti investimenti necessari alla realizzazione e al mantenimento dell’infrastruttura fisica. Con IaaS sarà il provider a farsi carico di realizzare e mantenere il datacenter, mentre il fruitore potrà contare su un sistema potente, moderno, efficiente e altamente scalabile.

Paas (Platform as a Service): questa terza modalità di erogazione è da considerarsi un’ulteriore evoluzione del concetto di Public Cloud, e consente di all’utente di poter disporre di una vera piattaforma dedicata per lo sviluppo di applicazioni, fornendo quindi linguaggi di programmazione e ambienti di sviluppo che permettono la realizzazione e l’esecuzione di applicazioni in Cloud. Con una PaaS è possibile sviluppare software, testarlo, implementarlo in produzione e distribuirlo senza dover sostenere i costi legati all’acquisto delle attrezzature hardware, delle licenze software, della configurazione e del mantenimento dell’intero ecosistema necessario alle attività di sviluppo.

Tra i principali servizi erogati dal public cloud possiamo citare il Data Storage a breve, medio e lungo termine: si tratta di uno dei servizi più “vecchi” ma anche più comuni nel mondo Public Cloud, ormai affermato anche a livello consumer, basti pensare all’enorme diffusione di servizi come Google Drive (Google One), Microsoft OneDrive o Dropbox. I principali provider offrono ovviamente anche servizi molto avanzati, in grado di fornire spazio in quantità praticamente illimitata e con un’affidabilità a tutta prova. In questo campo Amazon AWS, con S3, ha fatto scuola, ma anche le soluzioni di Microsoft Azure e Google Cloud Platform non sono certo da meno.

La scelta ormai è quindi tra mantenere e gestire autonomamente la propria infrastruttura IT o delegarla a dei provider di servizi. Un servizio Cloud è in grado di sostenere efficacemente l’intera infrastruttura, gestendo ad esempio Web Server, Load Balancing, Failover, High Availabilty, e consentendo di gestire tutto da un unico ambiente di monitoraggio.

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Private Cloud

Sebbene ci siano molti vantaggi nell’utilizzare il Cloud pubblico, solitamente le aziende sono restie a distribuire il 100% delle loro risorse IT e delle loro applicazioni con tale soluzione, ed inoltre spesso, specie nella fase di migrazione al cloud, è solitamente più facile dal punto di vista tecnico approcciarsi verso un cloud privato, anziché migrare ad una soluzione completamente public.

Oggi, con la tecnologia di cui disponiamo, è possibile realizzare ambienti cloud privati dove si possono distribuire applicazioni di qualsiasi genere (o quasi) allo stesso modo nel quale siamo abituati nei “vecchi” datacenter. Il Cloud privato quindi resta un’opzione abbastanza interessante per tutte quelle aziende che possono riscontrare problemi di vario genere, come ad esempio problemi tecnici, o che magari per altri motivi non hanno intenzione di utilizzare soluzioni 100% public cloud.

Ci sono diverse situazioni nelle quali un approccio Private cloud potrebbe essere una scelta vincente, ad esempio quando si utilizzano prevalentemente applicazioni che hanno bisogno di elevate, o elevatissime, performance a livello tecnico, con la necessità quindi di accesso veloce a dati di grandi dimensioni da elaborare, come ad esempio nei casi di aziende che effettuano produzione ed elaborazione di file video o rendering 3D.
Oppure quando, all’opposto, le nostre principali applicazioni presentano un modello di utilizzo molto prevedibile, con bassi costi di gestione ed archiviazione, e quindi il passaggio al cloud pubblico potrebbe essere economicamente non conveniente. O ancora, un’applicazione molto trafficata ma che per motivi tecnici potrebbe necessitare di pesanti adattamenti per funzionare a dovere nel cloud pubblico.

In tutti questi casi, e in diversi altri, probabilmente il “vecchio” datacenter, con soluzioni di cloud a livello locale, implementate con sistemi di virtualizzazione tipo VMware, possono essere la soluzione migliore.

Utilizzo di Server on-premise

A dispetto dei tanti vantaggi, quindi, come visto prima ci sono alcune situazioni e contesti nei quali le applicazioni e le risorse, migrate sul public cloud, potrebbero dare un vantaggio minimo, o addirittura non darne affatto. In certi casi resta quindi una buona idea utilizzare datacenter locali, magari con approcci orientati al private cloud come visto prima, e utilizzare server on-premise per distribuire risorse e applicazioni.

Diversi sono gli scenari nei quali potrebbe essere un’ottima idea continuare ad utilizzare un datacenter locale, ad esempio quando le risorse di elaborazione sono note a priori e raramente cambiano, dato che non si potrebbe fare uso dell’elevata scalabilità delle soluzioni cloud. L’esempio dei file video o 3D di grandi dimensioni, ancora una volta, calza a pennello con questa esigenza: se lavoriamo con file enormi, e abbiamo necessità di elaborarli, probabilmente il costo di elaborazione e storage, senza contare le oggettive difficoltà e tempi dei trasferimenti tramite internet, spesso possono avere un costo molto pesante in ambiente cloud pubblico, e di contro possono invece essere gestiti in maniera più economico con la soluzione “classica” del server on-premise.
Può sembrare strano ma ci sono determinati contesti e determinate applicazioni che non sono molto adatte al cloud.

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Hybrid Cloud

Come dicevano i latini, spesso “in medio stat virtus”, e per molte aziende, in base anche alle considerazioni che abbiamo fatto sopra, spesso la soluzione migliore è quella di attuare una strategia di cloud ibrido.

Le architetture ibride sono molto interessanti per quelle aziende che vogliono migrare in maniera graduale ed esplorare con la dovuta cautela le soluzioni cloud pubbliche. Un sistema ibrido si presenta come un’ottima soluzione anche nel caso in cui ci siano delle esigenze di tipo istituzionale inerenti la sicurezza e la privacy, effettuando quindi una migrazione parziale e mantenendo determinati dati on-premise e altri dati in public cloud. Anche se qui si potrebbe aprire una discussione infinita sulla sicurezza del cloud pubblico contro quello privato e viceversa, ma che non è obiettivo di questo articolo approfondire.

In definitivo, oggi, la tecnologia ci consente di risolvere uno stesso problema in diversi modi: la scelta circa la strategia da implementare è quindi dettata da una serie di considerazioni tecniche, economiche e persino “ideologiche”. Data la vastità dell’argomento è ovvio che risulta impossibile stabilire con certezza e a priori quale sia la soluzione migliore in assoluto, perché sappiamo bene che probabilmente non esiste.

Se avete dei dubbi su quale sia la soluzione migliore da adottare per la vostra azienda, contattateci pure.

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